
ALESSANDRIA. 3 AGO. Dieci anni fa la fontana venne inaugurata nel dicembre 2006, è costata 170 mila euro anche grazie alla Cerutti.
Ora il quesito: è meglio ristrutturarla, trasferirla o, addirittura, abbatterla? In ogni caso, così com’è, la fontana nella rotonda d’ingresso al quartiere Oltreponte, su progetto dell’architetto Paolo Albertelli, non la si può più tenere. C’è chi la vorrebbe rivedere con gli zampilli d’acqua per chiamarla fontana, chi la vedrebbe meglio in un posto «meno pericoloso»; chi infine è decisamente per l’abbattimento.
Fu costruita grazie a un congruo contributo della famiglia Cerutti, della Officine Meccaniche, tanto che il logo dell’azienda campeggia su due lati della fontana.
Dal ghiaccio all’erba, ora rischia di annegare nelle polemiche. Prima con problemi all’impianto dell’acqua, poi, in seguito a incidenti sul luogo, sul ghiaccio formatosi in inverno sull’asfalto per gli spruzzi, poi per un’interrogazione in Consiglio comunale di Luca Servato, un anno fa e senza risposte. Insomma ora la fontana è all’asciutto, l’erba s’impadronisce degli interstizi tra il cemento.
Qualcuno, durante la festa del quartiere, ha ritirato fuori la questione e giovedì l’associazione Nuove Frontiere, guidata da Franco Zambrino, affronterà questo e altri problemi, al Circolo Amici di Oltreponte.
I commenti: «È proprio oscena – dice Samantha Schizzerotto – con lo zampillo d’acqua aveva un senso, ora non ce l’ha più. Tanto vale abbatterla».
«Non mi è mai piaciuta – dice Paolo Bonfanti, l’edicolante di piazza Marinai d’Italia -, ma visto che c’è e ormai è un simbolo del quartiere, tanto vale ristrutturarla. Si forma il ghiaccio d’inverno? Si eviti l’acqua, ma d’estate uno zampillo fresco è sempre piacevole. Ma va ristrutturata».
C’era infatti chi aveva pensato di legarne l’immagine al Po, ponendo all’interno un piccolo barcé.
«Di fronte a problemi di pericolosità – dice Graziella Botto – sarebbe meglio trasformarla, con fiori che abbelliscano il quartiere. Ma se la spesa è elevata è preferibile agire sul degrado del rione, sulla palazzina Atc, sul decoro urbano».
«Trasferirla con i costi attuali? – si chiede Stefania De Gaspari – Meglio lasciarla dov’è e con gli stessi soldi pensare ai gabinetti pubblici alla stazione o in viale Marconi bisognosi di interventi».
Dal momento che altre emergenze premono in città, come l’ospedale, o la situazione della casa Atc «sempre piena di rifiuti», il Comune una decisione ancora non l’ha presa, pur avendo annunciato possibili interventi. «Non abbiamo ancora deciso – dice Sandro Teruggi, assessore ai Lavori pubblici – se abbatterla, ristrutturarla o trasferirla, con una spesa sui 50/60 mila euro».