ROMA. 7 DIC. Nuovo affascinante doodle di Google per il 134° anniversario della determinazione della velocità della luce. Nel doodle, il disegno di Google, mostra lo scienziato Olaf Roemer, discepolo di Galileo che osserva il moto di “Io”, la più interna delle lune di Giove intorno al sole.
Proprio il 7 dicembre del 1882, 134 anni fa, Edison illumina la Prima della Scala con le sue storiche centrali.
Ma facciamo un passo indietro.
Fin dalla più remota antichità ci si è domandati quanto fosse veloce la luce, ma solo in epoche più moderne risalgono i primi tentativi di misurarla.
Le prime rilevazioni furono in ambito astronomico a opera di Olaf Roemer (rappresentato dal doodle), discepolo di Galileo Galilei.
Il primo esperimento per misurare la velocità della luce fu proposto proprio da Galileo. Il suo progetto prevedeva l’aiuto di un suo allievo e di due lanterne. Galileo e il suo discepolo si sarebbero dovuti porre su due collinette, a una distanza di circa un miglio, con le due lanterne schermate.
Le prime misure sulla velocità della luce furono effettuate, mediante osservazioni dei satelliti di Giove, dal discepolo di Galileo, Olaf Roemer nel 1676. Osservò che il moto di “Io”, la più interna delle lune di Giove, non si ripeteva regolarmente nel tempo, ma si notava una variazione nel periodo delle sue eclissi. Dopo sei mesi di osservazione, quando la Terra si trovava dall’altra parte della sua orbita, rispetto alla prima osservazione, fu riscontrato un ritardo complessivo dell’ordine di 20 minuti. Questo valore è circa il tempo impiegato dalla luce per attraversare l’orbita terrestre.
Si è dovuto attendere, però, fino a metà dell’Ottocento per spostarsi da osservazioni di fenomeni celesti a quelli osservabili sulla Terra, attraverso gli esperimenti di Fizeau e Facoult.
Poi a seguito dell’introduzione delle equazioni di Maxwell, si scoprì come la luce fosse anche un fenomeno ondulatorio.
In analogia con le onde sonore anche le onde elettromagnetiche necessitavano di un mezzo per potersi propagare, venne così ipotizzata l’esistenza dell’etere.
Allo scopo di dimostrare la presenza di questo ipotetico mezzo materiale, successivamente, Michelson e Morely idearono un esperimento che non solo mostrò l’assenza dell’etere, ma mise in crisi la Relatività Galileiana: constatarono che la velocità della luce si propagava sempre alla stessa velocità, indipendentemente dall’osservatore, non rispettando il principio di additività delle velocità di Galileo Galilei.
Una spiegazione teorica di quest’ultimi risultati fu data da Albert Einstein nel 1905 con la pubblicazione della Teoria della Relatività Ristretta.
Nel vuoto la velocità della luce ha un valore di 299 792 458 m/s ovvero circa 3 × 108 m/s.
Il doodle in questione per il 134° anniversario