LONDRA. 13 GIU. Christopher Frank Carandini Lee era nato a Londra nel 1922, aristocratico, longilineo, elegante, si è imposto come icona del cinema del terrore alla fine degli Anni ’50, riuscendo ad incutere spavento semplicemente con la propria presenza, con la propria macabra autorevolezza.
Una presenza che ha poco a che vedere con la sguaiatezza degli horror movie di ultima generazione. Lee, che è mancato domenica 7 giugno, si lascia alle spalle una filmografia talmente sterminata da averlo fatto entrare nel Guiness dei primati del 2001 forte delle sue circa 300 apparizioni sul grande schermo. Ma il personaggio chiave, quello che imprime nella sua carriera un marchio glorioso e indelebile, è il conte Dracula, riproposto in decine di storie con altrettante variazioni sul tema.
Il Dracula di Christopher Lee è affascinante perché pervaso da una nefasta malinconia che lo rende diverso da tutte le altre rappresentazioni del personaggio. Era comprensibile vedendolo che le donne cadessero ai suoi piedi e si facessero mordere il collo senza alcuna resistenza.
E grazie al successo ottenuto nel ruolo di Dracula, negli anni Settanta Lee recitò in un altro film horror considerato fra i migliori di quegli anni, The Wicker Man, e interpretò la parte del cattivo nel fllm della saga di James Bond L’uomo dalla pistola d’oro.
La sua carriera ebbe una specie di svolta quando fu scelto per interpretare Saruman nella trilogia del Signore degli Anelli, il cui primo film è uscito nel 2001.
Di recente, aveva anche lavorato molto col regista Tim Burton: ha recitato in suoi film come Sleepy Hollow, La sposa cadavere, La fabbrica di cioccolato, Alice in Wonderland e Dark Shadows.
Lee si può considerare senz’altro una pietra miliare del cinema di tutti i tempi.
FRANCESCA CAMPONERO
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