ROMA. 10 OTT. Oggi lunedì 10 ottobre 2016 per il quinto anno consecutivo lè a Giornata Nazionale Sfratti Zero promossa dall’Unione Inquilini dal 2012 coinvolgerà decine di città e migliaia di persone.
Il 10 ottobre “sfratti zero” è una giornata che vede iniziative in decine di città tra le quali: Messina, Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli, Viareggio, Livorno, Civitavecchia, Reggio Calabria etc. Una giornata di lotta e di iniziative per denunciare le fallimentari politiche abitative attuate dal Governo, da Regioni e Comuni che non affrontano la precarietà abitativa.
“E’ necessario abbandonare – spiegano all’ Unione Inquilini – le politiche abitative attuate fino ad oggi basate sulla liberalizzazioni degli affitti e privatizzazioni del patrimonio pubblico. Che hanno semmai incancrenito la situazione. Il risultato di tali politiche abitative sono 140 sfratti eseguiti con la forza pubblica ogni giorno e il 90% delle sentenze di sfratto motivate da morosità.
Le 80.000 sentenze di sfratto emesse ogni anno in Italia, le 30.000 famiglie sfrattate con la forza pubblica, le 700.000 famiglie collocate nelle graduatorie comunali, rappresentano la cifra del fallimento delle politiche abitative in Italia e sono la fotografia della irresponsabilità sociale, etica e politica di Governo, Regioni e Comuni, incapaci di politiche abitative strutturali e programmatiche”.
“La giornata nazionale Sfratti Zero – precisa l’ Unione Inquilini – intende chiedere una inversione netta nelle politiche abitative, per questo chiediamo:
1) La sospensione delle esecuzioni di sfratti per finita locazione e morosità incolpevole;
2) Un piano strutturale, programmatico e pluriennale di politiche abitative, adeguatamente finanziato, che si basi sul recupero e all’autorecupero dell’enorme patrimonio pubblico del demanio civile e militare ma anche delle Regioni, dei Comuni, delle Ipab etc;
3) La sospensione dei Piani regolatori cementificatori sulle aree per procedere ad un Piano regolatore sull’esistente per riportare al riutilizzo ciò che oggi è lasciato nel degrado, utilizzandolo per fini abitativi a canone sociale. Si tratta di beni comuni da valorizzare dal punto di vista sociale e non speculativo;
4) l’Abolizione del il canale del libero mercato della legge 431/98 e della cedolare secca per coloro che affittano a libero mercato;
5) Di abbandonare la politica dei contributi a pioggia che hanno prodotto dal 1999 ad oggi lo sperpero di oltre 4 miliardi di euro senza produrre alcune effetto.
L’Unione Inquilini afferma il proprio No al quesito referendario del 4 dicembre 2016. La democrazia e i diritti non si sfrattano”.